Minori extracomunitari e l’attività sportiva agonistica in Italia
DECRETO LEGISLATIVO 28 febbraio 2021 n. 36 Attuazione dell’articolo 5 della legge 8 agosto 2019, n. 86, recante riordino e riforma delle disposizioni in materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici, nonche’ di lavoro sportivo (GU Serie Generale n. 67 del 18-03-2021)
Una norma entrata in vigore lo scorso luglio ha mandato in fibrillazione le società sportive, in particolare quelle del mondo dilettantistico. Il primo luglio 2023 è infatti entrato in vigore il Decreto legislativo n. 36 del 2021 che va ad abrogare la legge n. 12 del 20 gennaio 2016, ovvero quella sullo Ius Soli sportivo.
Art. 52 Decreto leg.vo 28 febbraio 2021, n. 36 – Abrogazioni
“A decorrere dall’entrata in vigore del presente decreto sono
abrogati: omissis .. b) la legge 20 gennaio 2016, n. 12“
Tale legge consentiva ai minori extracomunitari di praticare attività sportiva agonistica in Italia: il requisito richiesto era quello della residenza nel nostro Paese dal decimo anno di età.
Sostanzialmente tutti i minorenni che risiedevano in Italia dal decimo anno di età potevano essere tesserati presso le federazioni sportive con le stesse procedure previste per il tesseramento dei giovani italiani.
Il problema è che ora questa legge è stata abrogata ed è entrata in vigore quella nuova, che sta causando non pochi problemi alle società sportive per il tesseramento di ragazze e ragazzi extracomunitari.
Cosa sta succedendo? Agli atleti under 14, con il nuovo decreto legislativo, viene richiesta una documentazione aggiuntiva, tra cui il certificato di nascita e un attestato che dimostri la frequenza di almeno un anno delle scuole italiane.
Ma non è tutto, perché tra i cambiamenti introdotti con il nuovo decreto legislativo c’è anche la modifica nella gestione del tesseramento. Se fino alla scorsa estate se ne occupava il comitato regionale, in alcuni casi tocca ora a una commissione minori della FIGC, che si trova a Roma.
Per tutti questi motivi le società rischiano di andare incontro a tempi biblici per poter riuscire a tesserare gli under 14 extracomunitari.
Paradossalmente le commissioni minori erano state istituite per rendere le cose più semplici e favorire una maggiore tutela di questi ragazzi: basti pensare che nel decreto legislativo si impone anche “la designazione di un responsabile della protezione dei minori, allo scopo, tra l’altro, della lotta ad ogni tipo di abuso e di violenza su di essi e della protezione dell’integrità fisica e morale dei giovani sportivi”.
Il problema sembra risiedere nella centralizzazione delle richieste di tesseramento voluta dalla FIGC, mentre una gestione a livello regionale avrebbe consentito uno snellimento di queste pratiche.
Proprio questa situazione sta scatenando le prime rinunce da parte di alcune società. E’ il caso del Progetto Aurora, una squadra dilettantistica di Reggio Emilia, precisamente del quartiere Santa Croce.
Come affermato al Resto del Carlino dal presidente del Progetto Aurora, Gianni Salsi, il nuovo decreto legislativo ha di fatto bloccato il tesseramento di 8 giovani extracomunitari. Seguendo la precedente normativa il Progetto Aurora ha inviato alla Federazione regionale la documentazione riguardante questi 8 giovani, ma è stata rispedita al mittente con l’invito di mandare tutto a Roma, come stabilito dalla nuova legge.
Ora però servirà molto tempo prima di recuperare tutta la documentazione utile: secondo Salsi saranno necessari alcuni mesi. Il Progetto Aurora non ha potuto fare altro che rinunciare al campionato, che ha preso il via sabato scorso.
Ius soli sportivo
La legge abrogata L. 20 gennaio 2016, n. 12
Disposizioni per favorire l’integrazione sociale dei minori stranieri residenti in Italia mediante l’ammissione nelle societa’ sportive appartenenti alle federazioni nazionali, alle discipline associate o agli enti di promozione sportiva. (GU n.25 del 1-2-2016)
Vigente al: 16-2-2016
La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato;
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Promulga
la seguente legge:
Art. 1
- I minori di anni diciotto che non sono cittadini italiani e che risultano regolarmente residenti nel territorio italiano almeno dal compimento del decimo anno di eta’ possono essere tesserati presso societa’ sportive appartenenti alle federazioni nazionali o alle discipline associate o presso associazioni ed enti di promozione sportiva con le stesse procedure previste per il tesseramento dei cittadini italiani.
- Il tesseramento di cui al comma 1 resta valido, dopo il compimento del diciottesimo anno di eta’, fino al completamento delle procedure per l’acquisizione della cittadinanza italiana da parte dei
soggetti che, ricorrendo i presupposti di cui alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, hanno presentato tale richiesta. La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sara’ inserita nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.
Data a Roma, addi’ 20 gennaio 2016
Progetto di legge n. 1949
Il Progetto di legge n. 1949 “Disposizioni per favorire l’integrazione sociale dei minori stranieri residenti in Italia mediante l’ammissione nelle società sportive appartenenti alle federazioni nazionali, alle discipline associate o agli enti di promozione sportiva” approvato dalla Camera dei Deputati il 14 aprile 2015 prevede che :
- i minori di diciotto anni ;
- che non siano ancora cittadini italiani ;
- ma che risultino regolarmente residenti nel territorio italiano almeno dal compimento del decimo anno di età
possano essere tesserati con le stesse procedure previste per il tesseramento dei cittadini italiani presso :
- società sportive appartenenti alle federazioni nazionali o alle discipline associate o presso
- associazioni ed enti di promozione sportiva
Il tesseramento resta valido anche dopo il compimento del diciottesimo anno di età fino al completamento delle procedure per l’acquisizione della cittadinanza italiana da parte di coloro che ne abbiano fatto richiesta (secondo le procedure previste dalla Legge di cittadinanza n. 91/1992)
L’obiettivo del disegno di legge è di favorire l’integrazione dei minori stranieri tramite il coinvolgimento nelle attività sportive.
Il Tesseramento sportivo Ius soli
Alcune federazioni sportive applicano da tempo lo “Ius Soli Sportivo“
La Federazione italiana hockey ha stabilito che gli atleti extracomunitari ma nati in Italia sono da considerarsi italiani a tutti gli effetti, per tutti gli eventi organizzati e/o autorizzati dalla Federazione hockey.
Conseguentemente, le procedure di tesseramento da seguire saranno quelle riferite ad atleti italiani (c.d. Tesseramento Ius soli).
In particolare, sono definiti “italiani” gli “atleti che possiedono la cittadinanza della Repubblica italiana e assimilati e quanti, pur non avendo la cittadinanza italiana, risultano nati in Italia (cosiddetto “ius soli“); nel caso di nazionalità plurima, quella italiana è considerata prevalente.
Analogo regolamento viene applicato anche dalla Federazione pugilistica italiana
Sport senza cittadinanza: troppe disparità tra italiani e stranieri
Tra le tante iniziative messe in campo dal Governo per gestire al meglio l’emergenza profughi e favorire l’accoglienza dei rifugiati ucraini c’è anche il tesseramento dei minori provenienti dall’Ucraina nelle società sportive dilettantistiche, almeno fino al termine dell’attuale stagione.
L’atto d’urgenza della FIGC, che risale allo scorso 10 marzo, è stato salutato positivamente da tutta la comunità sportiva, che ha accolto con favore l’intervento nei confronti dei giovani ucraini costretti a lasciare il proprio Paese in seguito all’invasione dell’esercito russo.
Tuttavia, come emerge chiaramente nel rapporto “Sport e cittadinanza. Norme, pratiche e ostacoli” realizzato e pubblicato da ActionAid, proprio questa misura ha reso ancora più evidente la disparità di trattamento nell’accesso all’attività sportiva tra minori stranieri e minori italiani.
Negli ultimi anni, come sottolinea al portale Vita.it la referente ActionAid per la Campania, Daniela Capalbo, abbiamo assistito ad un impegno più concreto da parte del mondo dello sport su tematiche come l’inclusività: tuttavia, è sempre la referente ad evidenziare come ci sia ancora molta strada da fare per garantire a tutti la possibilità di accedere alla pratica sportiva, indipendentemente da origine e status giuridico.
Lo Ius Soli sportivo e lo Ius Culturae sportivo
Nonostante le buone intenzioni di partenza, lo Ius Soli sportivo e lo Ius Culturae sportivo hanno alimentato le discriminazioni.
Con la prima misura, ad esempio, viene data via libera al tesseramento presso le società sportive dei minori che non sono cittadini italiani ma che risiedono in Italia dal compimento dei 10 anni di età; senza dubbio un passo in avanti, ma al tempo stesso restano fuori coloro che sono giunti nel nostro Paese all’età di 11 anni, 12 anni e così via.
In più, il criterio della “residenza regolare” lascia più di una perplessità, dato che non viene precisato di quale residenza si tratti: tuttavia, l’aggettivo regolare presuppone che il riferimento sia in termini anagrafici, ed è ovviamente un problema per gli stranieri, dato che il possesso della residenza anagrafica è legato soprattutto alla titolarità del permesso di soggiorno.
Lo Ius culturae sportivo cerca di colmare alcune lacune dello Ius soli
Con questa misura, infatti, anche i minori di Paesi che non appartengono all’UE e non sono in regola con le norme relative all’ingresso e al soggiorno in Italia possono tesserarsi nelle varie società sportive, a patto che venga dimostrata l’iscrizione da almeno un anno ad una qualsiasi classe dell’ordinamento scolastico italiano.
Il problema è che molto spesso lo Ius culturae sportivo viene disatteso o ignorato: si sente spesso di casi in cui viene negato il tesseramento di figlie o figli di genitori che risiedono irregolarmente sul territorio italiano o che presentano difficoltà nell’ottenimento del certificato di residenza anagrafica.
Il progetto Dialect – “Disrupting Polarization: Building Communities of Tolerance throught Football”, finanziato dal Programma Rights Equality and Citizenship (REC) dell’Unione Europea, ha messo in evidenza come la pratica sportiva giochi un ruolo molto importante nella costruzione di una società maggiormente inclusiva.
In Italia, Dialect ha preso vita nell’area metropolitana di Napoli, con il coinvolgimento di 8 associazioni e di 150 adolescenti, assieme alle loro famiglie e anche ai rappresentanti istituzionali.
Analizzando la correlazione tra calcio e politica è emerso come alcuni gruppi xenofobi e razzisti tentino di strumentalizzare lo sport, instillando tra i giovani elementi come la discriminazione e l’esclusione.
Guida a cura
Come posso ottenere la cittadinanza italiana in meno tempo possibile il motivo è che gioco a calcio in una squadra che debutta in campionato nazionale della serie B e l’obbligo e di avere tre stranieri in squadra però io sono il quarto e possibile avere prima la cittadinanza italiana ?
Aspettare due anni e tanto per me, ho mandato anche la lettere alla società che mi è arrivata dalla prefettura di Pordenone
Nella quale c’era scritto che devo aspettare 730 giorni…
Se potete darmi qualche consiglio di come fare vi ringrazierei moltissimo…
Grazie