La fase istruttoria della pratica di cittadinanza
Ormai sappiamo tutto su come presentare la domanda di cittadinanza italiana, tuttavia molto raramente viene spiegato quali sono gli steps della pratica : dedichiamo questo approfondimento all’iter cittadinanza, seguendo passo passo la pratica cittadinanza da un ufficio all’altro dell’amministrazione, fino alla concessione della cittadinanza piuttosto che il suo diniego.
Il primo step, ovviamente, è costituito dalla presentazione della richiesta di cittadinanza online , di cui abbiamo già ampiamente trattato.
SICITT e il caricamento della pratica
La pratica, una volta inviata, viene direttamente caricata nel Sistema Informativo Cittadinanza, chiamato anche SICITT, che è un sistema interattivo al quale accedono in contemporanea Prefettura, Questura, Ministero della Giustizia, Dipartimento Pubblica Sicurezza, Ministero DLCI, ovvero tutti i vari organi che si occupano della pratica di cittadinanza.
Controllo formale dei documenti
Il primo controllo che viene effettuato è un controllo di formalità sui documenti presentati, volto a controllare che gli stessi siano corretti.
Ad eseguirlo è il personale della Prefettura, il quale informerà il richiedente di eventuali errori o incongruenze. In molti casi si potrà rimediare a queste incongruenze per mezzo di un intervento della rappresentanza consolare, mentre in altri sarà necessario presentare nuovamente la documentazione.
Una volta effettuato questo primo controllo formale, prende inizio quello che è il vero e proprio iter della richiesta di cittadinanza : i documenti vengono inseriti in un fascicolo elettronico e inizia l’istruttoria, che vedremo essere la fase più lunga e laboriosa.
È durante l’istruttoria, infatti, che vengono effettuate le verifiche sulla documentazione presentate, acquisiti pareri dai vari organi coinvolti e raccolte informazioni e dati.
Tutta questa massa di informazioni verrà infine valutata dal Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione, Direzione Centrale Cittadinanza, che è incaricato di predisporre il decreto di concessione della cittadinanza.
La fase istruttoria
La fase istruttoria, oltre che la più lunga, è anche la fase più delicata, perché è proprio sulla base delle informazioni che emergeranno durante questa fase, che la cittadinanza verrà concessa o meno.
Difatti non si deve mai scordare che la concessione della cittadinanza non è un diritto, ma un interesse legittimo e dunque non vi è obbligo di concessione.
Parere della questura
Il primo step dell’istruttoria è costituito dal rapporto informativo della Questura : la Prefettura richiede alla Questura, o per questa ai Carabinieri, di effettuare delle indagini riguardo la residenza effettiva del richiedente, il suo nucleo familiare, il grado di integrazione, la sicurezza, le fonti di reddito, la conoscenza della lingua italiana e via dicendo.
Generalmente trascorsi una trentina di giorni dalla presentazione della domanda di cittadinanza, il richiedente viene esaminato dalla Questura o presso il Comando dei Carabinieri.
Nel corso delle indagini le Forze dell’Ordine procederanno a controllare la regolarità dell’ingresso, il soggiorno e la residenza legale in Italia, l’effettiva convivenza con il coniuge, i procedimenti penali a carico dell’interessato e/o pendenti, nel caso la richiesta di cittadinanza sia per matrimonio; diversamente, se si tratta di una richiesta di cittadinanza per residenza, oltre ai controlli già descritti viene valutato il grado d’integrazione del richiedente.
La valutazione del grado di integrazione si basa oltre che sulla sufficiente conoscenza della lingua italiana e dei principi dell’ordinamento giuridico italiano – che emergeranno per mezzo di semplici domande effettuate dalla polizia durante il colloquio – anche dalla valutazione della posizione lavorativa e reddituale.
A tal fine di deve portare con sé tutta la documentazione inerente i redditi del richiedente e di ogni membro della famiglia che convive con il richiedente; si dovrà specificare se l’alloggio nel quale si risiede è di proprietà o in affitto e, inoltre, si dovrà verificare che lo stesso sia idoneo in rapporto al numero dei componenti il nucleo familiare. A completamento delle indagini, le Forze di Polizia provvederanno ad effettuare controlli sulla condotta non solo del richiedente cittadinanza ma anche su quella dei suoi familiari.
Il secondo step dell’iter approvazione cittadinanza si svolge presso il Ministero della Giustizia: qui verrà rilasciato il rapporto del Casellario Giudiziale, il quale riporterà non solo le condanne riportate dal richiedente ma anche una informativa sui trascorsi penali e sui carichi pendenti, anche minimi.
Tutti questi dati vengono trasmessi direttamente per via telematica dal Tribunale competente.
Parere del comparto sicurezza
L’ultimo step dell’iter concessione cittadinanza è costituito dal parere del Dipartimento della Pubblica Sicurezza: questo dipartimento, sulla scorta di tutti i dati raccolti finora nonché di quelli che gli vengono forniti dal Direzione Centrale della Polizia Criminale, che dipende dal Dipartimento stesso, emette un parere nel quale determina se il richiedente cittadinanza italiana possa essere considerato un pericolo per l’ordine pubblico o per la sicurezza dello Stato.
Con il parere del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, termina la fase istruttoria dell’iter cittadinanza e si apre la fase valutativa.
La pratica, a questo punto, passa al Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione – Direzione Centrale Cittadinanza del Ministero il quale emetterà valutazione positiva o negativa, a seconda di quanto sia emerso durante la fase istruttoria.
Decreto di concessione o diniego della cittadinanza
Questo ufficio può richiedere ulteriori indagini, nel caso vi siano delle zone di dubbio, oppure predisporre il decreto di diniego della cittadinanza, qualora siano emerse criticità per lo Stato o la documentazione fosse carente dei requisiti di legge, oppure, sentito il Consiglio di Stato, predispone il decreto di concessione della cittadinanza ai sensi art. 9 L.91/92, il quale verrà quindi inviato alla firma del Presidente della Repubblica.
Il decreto di concessione della cittadinanza, infine, viene trasmesso alla Prefettura, la quale ne cura la notifica all’interessato, che avrà sei mesi di tempo per effettuare il giuramento.
Va sottolineato, però, dal 1° giugno 2012 la cittadinanza per matrimonio – unico caso in cui la cittadinanza è un diritto soggettivo e non un interesse legittimo – viene decretata direttamente dalla Prefettura, sempre che nel corso dell’istruttoria non emergano ragioni inerenti la sicurezza della Repubblica, caso in cui la competenza torna al Ministero dell’Interno.
Salve. Ma dopo che la Prefettura ci convoca per vedere gli originali, anche la Questura ci chiama ?