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Nuove regole per gli immigrati: dovranno lavorare

Cambiamenti in vista per il pacchetto immigrazione del Viminale. Proposta di rettifica per l’infrazione di clandestinità e strutture da massimo 100 posti.

Chi approda in Italia, dopo aver presentato la richiesta di permesso, dovrà svolgere lavori socialmente utili in attesa che la Commissione territoriale, valuti la loro istanza. È questa una delle novità più salienti che riguarda il pacchetto di nuove misure in materia di immigrazione.

Nello specifico, si tratta di un insieme di clausole che hanno lo scopo di evidenziare il «doppio binario» tra fuggitivi e irregolari e si mette di fianco a due esordienti proposte di legge sulle quali spetterà alle Camere proferire. Tutto ciò, avviene in attesa di definire nuovi accordi bilaterali con gli Stati africani, i quali, in cambio di soccorsi e agevolazioni, sono ora disposti a ricevere i rimpatri, ritenuti dal governo una delle maggiori urgenze.

Dunque Minniti, avrebbe adottato queste nuove misure per riuscire a distinguere i profughi dai clandestini, in modo più funzionale di quanto fatto fino ad oggi. Il politico, alcuni giorni fa si è recato in Libia e in Tunisia per discutere con le amministrazioni locali sui rimpatri.

I Paesi africani sarebbero pronti a rinvenire gli espatriati irregolari approdati in Italia in cambio di agevolazioni economiche. Fatto sta che la nuova linea Italiana necessita dell’appoggio Europeo, ed è anche per questo che il ministro dell’Interno è andato in Germania per trovare una sponda nella Merkel.

I cambiamenti riguarderanno anche i nuovi centri di accoglienza, che ospiteranno massimo cento immigrati, e saranno collocati lontano dai centri abitati, preferibilmente nei pressi degli aeroporti. Qui opereranno i poliziotti per compiere la procedura di identificazione ed allontanamento in modo da poter poi programmare i rimpatri.

La sorveglianza esterna potrebbe essere affidata invece ai militari che fino ad oggi hanno svolto compiti di controllo per il dispositivo antiterrorismo. All’interno delle strutture sarà sempre presente un «garante» che possa accertare l’adempimento dei diritti degli stranieri. A Roma, Torino, Crotone e Caltanissetta si è deciso di impiegare le strutture già operative, mentre in altri luoghi, si stanno ricercando i centri più consoni.

Intanto l’appuntamento è fissato dinnanzi alla commissione Affari costituzionali nell’ambito di un nuovo disegno che interessa anche le Regioni e i Comuni. Un cammino condiviso che — come ha evidenziato e sottolineato il responsabile del Viminale — «servirà a garantire accoglienza a chi ha titolo, essendo inflessibili con chi non ha i requisiti per rimanere nel nostro Paese».

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    Avv. Angelo Massaro
    Avvocato esperto in problematiche dell'immigrazione e diritto di cittadinanza