Brexit: la residenza stabile in Gran Bretagna è tutta un quiz, difficilissimo
Sono oltre tre milioni i cittadini europei che puntano alla residenza stabile in Gran Bretagna ma devono compilare un questionario di 85 pagine decisamente complicato :
Apply for a document certifying permanent residence or permanent residence card
Sarà anche vero, come è stato ribadito nelle ultime ore, che la Gran Bretagna non chiuderà comunque le frontiere alla libera circolazione dei cittadini UE anche dopo che la Brexit sarà ufficiale con la conseguente uscita dall’Unione Europea. Intanto però i paletti creati a chi punta ad ottenere la condizione di residente stabile, unico modo per avere la tutela di quanto ottenuto da quando lavora in Gran Bretagna, stanno costringendo molti a ripensarci e fuggire.
Come riporta un interessante articolo del ‘Corriere della Sera’ infatti il nemico numero uno degli stranieri comunitari in Gran Bretagna è rappresentato dal questionario (form EEA) che ognuno dei richiedenti dovrebbe compilare per accedere al diritto di residente: 85 pagine in tutto, le prime 18 delle quali comprendono le istruzioni e già solo questo fa capire quanto sia complicato.
Un tomo che fino al 2015 non esisteva, anche perché la legge britannica erano sufficienti cinque anni di residenza stabile in Gran Bretagna per diventare in automatico residenti permanenti. Adesso invece bisogna dimostrare di aver vissuto e lavorato in Gran Bretagna con continuità nell’ultimo lustro, producendo una serie infinita di documenti.
Per fare un esempio concreto, il questionario chiede di registrare tutte le volte che si è lasciato il Regno Unito nel periodo preso in considerazione, ma in realtà risalire a tutti gli spostamenti, non essendoci l’obbligo del timbro sul passaporto UE, diventa complicato.
Approfondimento : Prove your right to live in the UK as an EU citizen
Ma non basta, perché bisogna allegare anche contratti di impiego, buste paga, lettere dei datori di lavoro che non tutti possono avere perché in alcuni casi si tratta di liberi professionisti. E ancora, se uno è lavoratore autonomo, occorrono fatture ed estratti conto bancari, mentre ad esempio se una donna fa la casalinga perché ha seguito il marito o compagno che si è spostato per lavoro, non può nemmeno essere considerata.
Come se non bastasse, i controlli dei funzionari preposti al ministero dell’Interno sono diventati rigidissimi, complice il fatto che solo nell’ultimo anno le domande sono diventate il triplo rispetto al recente passato, con tempi di risposta che rischiano di diventare molto lunghi. Inoltre dietro a questo percorso ad ostacoli si sta facendo strada un bel business di società specializzate in assistenza ‘legale’ che per aiutare chi deve compilare il domandone arrivano a chiedere anche mille euro.
Eppure molti fra i tre milioni di europei e cittadini italiani che vivono e lavorano in Inghilterra credono che la residenza permanente sia l’unica via e quindi stanno provando in tutti i modi ad ottenerla. E il governo britannico negli ultimi giorni si è affrettato a far sapere che sta cercando di semplificare al massimo il procedimento delle richieste e in molti casi basta una procedura online senza dover necessariamente compilare tutte le pagine del questionario.
La testimonianza di Stefano F. : il form EEA difficile e complesso ?
Buonasera ho appena consegnato il mio form EEA :
1) la procedura online è la copia esatta del form di 85 pagine e quindi non semplifica nulla. L’unico vantaggio è che scegliendo la procedura online (da presentare a uno dei comuni o uffici del registro abilitati anzichè spedirlo per posta) si può riavere subito l’originale del passaporto anzichè affidarlo al sistema per 6 mesi.
2) La procedura EEA è complicata, è vero. Ma avete provato il modello unico per la dichiarazione dei redditi italiani? E’ peggio.
3) Il vero problema è che la qualità del form EEA è pessimo. Molte domande originano delle risposte automatiche completamente sfasate. Penso sia concepito per chi richiede la residenza dopo 5 anni e un giorno dal suo arrivo in UK mentre molti dei cittadini, anche italiani, sono residenti da 30-40 anni e solo ora hanno la necessità di sistemare una posizione che a tutt’oggi è regolare. Io ho risolto il problema aggiungendo una lunga e articolata “covering letter” in cui ho spiegato tutte le peculiarità della mia posizione. Chissà se la leggeranno.
4) Non sempre conviene presentare la documentazione relativa agli ultimi 5 anni. Uno dei requisiti per ottenere la PRC è la residenza ininterrotta per i 5 anni “qualifying”. Il principio giuridico è questo; Se oggi non si soddisfano i requisiti, ma c’è stato un periodo nel passato in cui questi sono stati soddisfatti per almeno 5 anni, in quel periodo si è maturato il diritto alla PRC, e oggi se ne chiede soltanto il riconoscimento.
Per esempio: mio figlio fino al 2011 era minorenne e quindi a carico (e quindi aveva i requisiti); dopo il compimento del 21 anno di età pur essendo studente non era coperto da assicurazione sanitaria e quindi non avrebbe avuto i requisiti.
Quindi ho dovuto basare la mia domanda sul periodo 2006-2011, e dimostrare che in seguito non ho perso i diritti lasciando l’UK per periodi lunghi. L’unico problema potrebbe essere reperire la documentazione (bollette, council tax, cedolini paga etc.) a sostegno. Fortunatamente non butto mai via niente.
La testimonianza di Valerio P. : tempi di attesa per il certificato di residenza permanente in UK ?
Dopo nove anni di lavoro continuativo in Gran Bretagna, lo scorso 4 dicembre ho presentato la mia domanda per ottenere il certificato di residenza permanente in UK. So che l’hanno ricevuta ma, al momento, non ho ricevuto alcuna comunicazione, né per posta ordinaria né per email, dall’Home Office.
Presumo che comunque debbano rispondere, al limite anche negativamente, ma so che nel 2016 (prima della Brexit) i tempi medi di attesa erano di sole sei settimane.
Avete per caso informazioni relative ai nuovi tempi di attesa ? Sono oramai quasi quattro mesi e la cosa comincia a sembrare strana.
diffide, avvocato per cittadinanza & solleciti