Nuova legge di cittadinanza italiana ferma in Senato
La prospettiva concreta di nuove elezioni in autunno rischia di stoppare ancora una volta la riforma della cittadinanza che deve essere approvata anche in Senato
La riforma della legge sulla cittadinanza rischia di slittare di nuovo a tempo indeterminato, nonostante nel frattempo abbia fatto grossi progressi alle Camere e soprattutto possano esserci i numeri per la sua approvazione. La discussione definitiva infatti era stata fissata da tempo il 15 giugno 2017 ma la reale possibilità che il Paese vada ad elezioni anticipate nel prossimo autunno potrebbe ancora una volta bloccare tutto e rimandarlo alla prossima legislatura.
In effetti la riforma era stata approvata dalla Camera alla fine del 2015 e attendeva il passaggio in Senato, ma già allora la Lega aveva fatto ostruzionismo presentando più di ottomila emendamenti solo per ritardare i lavori della Commissione Affari costituzionali al Senato e il motivo sembra sufficientemente chiaro: la riforma della cittadinanza infatti allarga i cordini dei criteri non basandosi più solamente sul ‘ius sanguinis‘ ma sullo ‘ius soli‘ e sul percorso di studi dei giovani stranieri in Italia e quindi nel caso venisse approvata circa un milione di ragazzi nati o cresciuti in Italia verrebbero riconosciuti come nuovi cittadini italiani.
Elezioni anticipate, la spada di Damocle sulla riforma
A marzo 2017 il presidente del Senato, Pietro Grasso, aveva promesso pubblicamente che la discussione sarebbe stata essa in calendario entro aprile, anche se la commissione non fosse riuscita a risolvere tutte le problematiche sollevate dalla Lega.
E al momento non esistono motivi reali che impediscano di riprendere la discussione in Senato per arrivare ad una votazione in tempi ragionevolmente brevi, ma il pensiero di nuove elezioni tra qualche mese, molto prima della naturale scadenza di questa legislatura prevista solo nel 2018, agita lo scenario politico e fa considerare come preminenti altre questioni.
Il tema in effetti è delicato e potrebbe creare dissidi ancora maggiori tra i vari schieramenti politici in vista delle elezioni che la utilizzerebbero a loro vantaggio.
Il testo della riforma in breve
Ricordiamo che il nuovo testo prevede di modificare l’attribuzione della cittadinanza italiana con i minori nati in Italia da genitori stranieri che potrebbero acquisirla a patto che almeno uno dei genitori sia titolare di diritto di soggiorno illimitato oppure, nel caso non sia cittadino europeo, di una carta dell’Unione Europea per soggiornanti di lungo periodo.
Ma è previsto anche lo ‘ius culturae’ per i minori stranieri arrivati in Italia entro il dodicesimo anno di età e che potrebbero diventare italiani dimostrando di aver frequentato regolarmente percorsi di formazione come i cinque anni di frequenza di un normale ciclo scolastico oppure aver completato un corso professionale di minimo tre anni.
Un sondaggio pubblicato da ‘La Repubblica’ a marzo dimostrava che la riforma avrebbe numeri sufficienti per essere approvata in Senato visto che l’appoggiano oltre al Pd anche parlamentari di Sinistra Italiana, Articolo 1, Alternativa Popolare, e Gruppo Per le autonomie mentre rimane incerta la posizione dei Cinque Stelle.
Ecco perché prima di sciogliere le Camere si potrebbe arrivare ad una riforma, sempre che ci sia la volontà.
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