Cittadinanza: ho una denuncia sopra la mia testa, che fare ?
Situazioni diverse: ho litigato con il mio vicino, mi ha fermato la polizia stradale per ubriachezza perchè avevo bevuto una birra di troppo, mia moglie è scappata di casa e mi ha denunciato, nel supermercato hanno trovato un oggetto nel mio carrello non pagato e il direttore mi ha querelato, ho scritto un commento su facebook che è risultato diffamatorio.
Tante situazioni che mettono a rischio il nostro percorso all’agognata cittadinanza italiana
Abbiamo avuto modo di trattare l’argomento delle condanne penali e della riabilitazione penale.
La riabilitazione penale come abbiamo visto è attivabile solo nel caso si tratti di una condanna definitiva e siano trascorsi 3 anni con un buona condotta successiva.
Ora ci chiediamo se una semplice notizia di reato, un procedimento penale appena avviato o un processo penale ancora in corso possano o meno condurre a un rigetto della domanda di cittadinanza italiana.
Il tribunale amministrativo di Roma si è pronunciata su un nuovo caso
Con sentenza pubblicato il 21 giugno 2019 n. 8151/2019 il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha ribadito la sua linea restrittiva nell’interpretazione della legge di cittadinanza italiana.
Un cittadino albanese vede la sua cittadinanza rigettata per un semplice procedimento penale, senza ancora una condanna o assoluzione
L’albanese porta davanti al giudice amministrativo del TAR il rifiuto ricevuto della Prefettura alla sua domanda di cittadinanza italiana ai sensi dell’art. 9, comma 1, lettera f), della legge 5 febbraio 1992 n. 91, quindi una cittadinanza per naturalizzazione o residenza.
La cittadinanza gli veniva negata in quanto dal certificato dei carichi pendenti della Procura, emerge un procedimento penale per violazione dell’art. 482 codice penale (falso commessa da privato).
Il Ministero dell’Interno e la prefettura negano pertanto la cittadinanza sul presupposto che il “pregiudizio penale” (quindi la denuncia) costituisce un indice di inaffidabilità e di una non compiuta integrazione nella comunità nazionale.
L’avvocato del cittadino albanese si appella al Tribunale amministrativo regionale
In particolare il legale sottolinea come la notizia di reato non avrebbe condotto ad alcuna condanna penale.
Il provvedimento di rigetto illegittimo avrebbe inoltre dimenticato di valutare le osservazioni dello studio legale presentate ex art. 10 bis legge n. 241/90
Il TAR di Roma ricorda..
nella sentenza n. 8151/2019 che la cittadinanza italiana “PUO’” essere concessa al cittadino straniero che risieda legalmente da almeno 10 anni in Italia.
La residenza in Italia per il periodo minimo è solo uno dei presupposti per inviare la domanda della pratica di cittadinanza.
La concessione della cittadinanza o “status civitatis” si traduce in una valutazione di opportunità da parte dello Stato Italiano ; atta a dimostrare l’integrazione del richiedente nel tessuto sociale : sotto il profilo delle condizioni lavorative, economiche, familiari e di irreprensibilità della condotta.
Quest’ultimo aspetto è quello che viene messo in discussione, in quanto il “fatto stesso”, ovvero la falsificazione non ancora oggetto di una decisione è comunque stata contestata allo straniero.
Il difensore rileva la mancanza di responsabilità dello stesso sino alla condanna definitiva, secondo il “principio costituzionale di non colpevolezza“.
La Corte del Tribunale però arriva a una differente conclusione :
“Non è rilevante l’esistenza o meno di una condanna penale, in quanto il diniego della cittadinanza può fondarsi anche su fatti che non sono stati oggetto di di condanna definitiva”.
La “presunzione di innocenza” ed il principio del favor rei..
..non riguardano il grado di integrazione dell’aspirante cittadino italiano nella comunità nazionale italiana, ben potendo il rifiuto della cittadinanza fondarsi su comportamenti anche non penalmente rilevanti ma che siano indicativi di una non compiuta integrazione del richiedente la cittadinanza.
Pertanto secondo il TAR anche le notizie di reati o i procedimenti penali in corso (senza una condanna penale) possono portare a vedere negata la propria richiesta di cittadinanza italiana per mancata integrazione.
Concludendo
Il nostro consiglio è pertanto di rivolgersi per tempo ad un legale con conoscenze di diritto penale e immigrazione in modo da non vedere sfumata la propria aspettativa di avere il passaporto italiano.
Per informazioni su questo argomento potete scrivere nel form sottostante
avvocato cittadinanza italiana
Be the first to comment on "Una denuncia o una notizia di reato possono bloccare la mia cittadinanza ?"