Addio azzurro senza cittadinanza? Il caso è nelle mani della politica
Il caso è quello di Alessia Korotkova, atleta di 19 anni che rischia di non poter partecipare all’Europeo a causa di un cavillo politico.
Nata in Siberia, vive a Reggio Emilia da 16 anni ed è possibile possa perdere tutto quello che sino ad oggi si è conquistata.
Il caso politico di Alessia Korotkova
Alessia Korotkova è una ragazza siberiana di 19 anni che da 16 anni vive a Reggio Emilia. La sua passione più grande è lo sport e a seguito del nuovo podio conquistato in Bulgaria – Plovdiv – ha conquistato la qualificazione all’Europeo under 21, che si terra a novembre presso Varsavia.
Il problema in tutto questo è la sua cittadinanza: infatti la richiesta è bloccata presso la Prefettura di Reggio Emilia. Questo significa che l’Italia potrebbe cedere alla Russia una grande atleta solo per un cavillo politico, per una persona che si sente italiana ed ha vissuto gran parte della sua vita in questo paese.
Naturalmente Alessia Korotkova vuole andare agli Europei, come le spetta di diritto, qualsiasi sia il prezzo da pagare.
Lo stesso maestro di Taekwondo Tricolore di Reggio Emilia – Daniele Frascari – sottolinea che questa situazione è oramai in stallo e più volte denunciata.
Secondo Frascari la burocrazia potrebbe bloccare e rubare i sogni di una promettente atleta come Alessia.
La Prefettura di Reggio non si è dimenticata dell’atleta, ma è sommersa dalle richieste, tanto da non saper ripondere in “tempistiche” in merito all’argomento.
Alessia Korotkova è in piena regola per ricevere la cittadinanza italiana come il reddito, la lingua, certificato penale pulito e così via.
Un’atleta – come tanti altri – che vorrebbero regalare dei titoli all’Italia ma che si vedono costretti a donarli al loro paese di origine, causa cavilli burocratici e politici.
Angelo Cito – presidente Fita – ha dichiarato di trattare gli atleti stranieri che vivono in Italia nel migliore dei modi, tanto da aver eliminato molti aspetti legali pur di far andare loro avanti nello sport.
Purtroppo – evidenzia sempre Cito – in alcuni casi è necessario il passaporto per l’ingresso in nazionale e tanti atleti si trovano costretti a rinunciare al loro sogno.
Quello che si spera è che con l’entrata in vigore del nuovo governo la situazione si possa sbloccare ed essere molto più fluida. Il caso di Alessia Korotkova deve essere un esempio per tutti gli atleti che avranno lo stesso problema in futuro.
La cittadinanza italiana per meriti sportivi ? Sirine Chaarabi ci crede
La 18enne Sirine Chaarabi, pugile di ottime qualità, vorrebbe disputare i prossimi Europei e Mondiali con la maglia azzurra ma nonostante viva da sedici anni qui non può
Sirine Chaarabi ha appena compiuto 18 anni, studia al liceo e pratica anche pugilato con ottimi risultati. Ecco perché vorrebbe partecipare agli europei di Sofia in luglio e soprattutto ai Mondiali di novembre in India con la maglia azzurra, ma almeno per ora non potrà farlo perché non ha ancora la cittadinanza italiana nonostante viva qui da quando la sua famiglia si è trasferita in provincia di Caserta e lei aveva due anni.
Così di recente Sirine ha lanciato una petizione su Change.org e ha anche scritto una lettera al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, perché le conceda la cittadinanza italiana appoggiata in questa sua battaglia anche dai parlamentari i parlamentari Khalid Chaouki e Camilla Sgambato che hanno chiesto pubblicamente al Presidente di seguire il suo caso e concederle una deroga in modo da farle realizzare il suo sogno, come è stato spiegato nei giorni scorsi in una conferenza stampa alla Camera dei Deputati.
Accanto a loro la ragazza che ha raccontato di avere sempre frequentato le scuole nel nostro Paese e di vivere da sedici anni in provincia di Caserta. Ecco perché si sente italiana anche se per la nostra legge non è è ancora.
Eppure la Federazione Pugilato l’ha sempre considerata come tale, tanto che dopo la vittoria ai Campionati Italiani Junior sia nel 2013 che nel 2014 l’ha convocata in nazionale ma in realtà le è stato impossibile disputare incontri internazionali con la maglia azzurra.
La Federpugilato, così come la Federazione Italiana Hockey Prato, ha deciso infatti di riconoscere il cosiddetto ‘ius soli sportivo‘ per tutti quelli che praticano sport a livello agonistico nel nostro Paese. Un passo avanti importante, in attesa che anche il Parlamento approvi le modifiche per la legge sulla cittadinanza che al momento non riconosce lo ‘ius soli’ come criterio necessario.
La ragazza però non si arrende e lancia il suo appello: “Chiedo al presidente Mattarella – ha detto in conferenza stampa – che mi permetta di non buttare questa grande possibilità di andare agli Europei e ai Mondiali per provare a portare l’Italia sul gradino più alto del podio, perché io andrò lì per vincere e mi sento italiana”.
In suo soccorso comunque potrebbe arrivare un precedente importante : nel 2016 lo stesso Mattarella riconobbe la cittadinanza a Yassine Rachik, 24enne mezzofondista di origini marocchine che lo scorso luglio riuscì così a partecipare agli Europei Under 23 di atletica leggera.
In base alla legge attuale, vecchia di 25 anni, invece Sirine dovrebbe aspettare almeno due anni prima che le vanga concessa la cittadinanza.
Le storie di Yassine Rachik e Nicolas Minutella, cittadini italiani
Dopo tanti mesi di attesa, è arrivata nel 2016 la tanto agognata cittadinanza italiana per Nicolas Minutella, centrocampista argentino classe ’95.
Dopo essere arrivato un anno e mezzo fa dall’All Boys, Minutella non avendo la cittadinanza italiana era stato o tesserato come extracomunitario perdendo moltissime occasioni per la propria crescita professionale.
Con l’arrivo dello status di cittadinanza italiana Minutella è a tutti gli effetti un giocatore della Fiorentina per i prossimi tre anni. Yassine Rachik è finalmente un cittadino italiano.

Yassine Rachik
Potrebbe sembrare paradossale ma il 25 volte campione italiano indoor e outdoor, interprete delle corse dai 1500 fino alla mezza maratona, aveva necessità della cittadinanza italiana.
Il presidente Mattarella ha conferito, pochi giorni fa, la cittadinanza al ragazzo di origina marocchina, che ora potrà vestire i colori della nazionale italiana.
Il ragazzo è riuscito a vincere una battaglia che dura dall’età di 10 anni dal suo piccolo paesino vicino Bergamo.
Sostenuto dal deputato PD Khalid Chaouki, da sempre vicino ai giovani e alle loro possibilità, Yassine, ha raggiunto il suo traguardo.
Il parlamentare aveva posto l’accento sull’opportunità di poter accelerare il processo dato che le richieste in arrivo potevano andare in crescendo ed aveva fatto notare che se si escludevano questi atleti dai campionati italiani ed europei il Paese avrebbe peso dei talenti puri.
Yassine è in Italia da quando aveva 10 anni, ma la legge a suo tempo diceva che la richiesta di cittadinanza si poteva inviare solo dopo 10 anni ininterrotti di residenza, superato il diciottesimo anno di età.
Appena è stato quindi possibile il ragazzo ha inviato la lettera di diffida , ma i tempi della burocrazia sono davvero molto lunghi e le 21.000 firme che sono state radunate per la petizione non erano bastate, fino ad oggi.