La cittadinanza in Francia, Germania, Spagna e Regno Unito

Ottenere la cittadinanza in Francia, Germania, Spagna e Regno Unito: le regole principali

Dalle modalità di acquisizione ai tempi di attesa: un confronto tra le procedure per ottenere la cittadinanza nei principali Paesi europei. Continua a leggere per saperne di più.

Ogni paese europeo ha sviluppato un proprio modello di attribuzione della cittadinanza, frutto di storia, cultura e scelte politiche diverse. Francia, Germania, Spagna e Regno Unito rappresentano quattro esempi emblematici di approcci differenti: dal predominio del diritto di sangue alla combinazione con il diritto di nascita, passando per percorsi di naturalizzazione più o meno accessibili.

Cittadinanza in Francia: l’incontro tra diritto di sangue e diritto di nascita

In Francia, il sistema di attribuzione della cittadinanza si fonda su un equilibrio tra ius sanguinis (diritto di sangue) e ius soli (diritto di nascita). Il Codice civile regola le modalità di acquisizione, precisando che è francese chi nasce da almeno un genitore francese, a prescindere dal luogo di nascita.

Tuttavia, anche il luogo di nascita ha un peso sull’attribuzione della cittadinanza. Ad esempio, un bambino nato in Francia da genitori stranieri può ottenere automaticamente la cittadinanza al compimento della maggiore età, a condizione che abbia vissuto stabilmente nel Paese per almeno cinque anni.

La naturalizzazione rappresenta un altro canale importante: chi risiede legalmente in Francia da cinque anni (o da due, se ha completato studi universitari nel Paese) può fare domanda. Anche il matrimonio con un cittadino francese apre la strada alla cittadinanza, purché trascorrano almeno quattro anni di vita coniugale. In Francia, quindi, la cittadinanza è concepita come un processo di integrazione progressiva, in cui il legame familiare e quello territoriale hanno entrambi un ruolo centrale.

Il modello tedesco: cittadinanza, appartenenza e responsabilità

La Germania, tradizionalmente legata al ius sanguinis, ha introdotto dal 2000 aperture verso il diritto di nascita. La legge prevede che acquisiscano la cittadinanza anche i figli di stranieri nati sul suolo tedesco, ma solo a condizioni precise: almeno uno dei genitori deve risiedere stabilmente da almeno cinque anni e avere il diritto di soggiorno permanente.

La naturalizzazione è possibile dopo cinque anni di permanenza legale (in alcuni casi ridotti), ma il percorso richiede il rispetto di condizioni stringenti: conoscenza della lingua tedesca, adesione ai principi democratici sanciti dalla Costituzione, indipendenza economica e assenza di precedenti penali.

La doppia cittadinanza, seppur più tollerata rispetto al passato, è ancora soggetta a limitazioni, con eccezioni particolari per i cittadini dell’Unione Europea e i rifugiati. Il sistema tedesco pone dunque una forte enfasi sull’integrazione effettiva: ottenere la cittadinanza significa diventare parte attiva della società, condividendone valori e responsabilità.

Spagna: il primato del legame familiare

In Spagna, il principio prevalente è lo ius sanguinis. È considerato spagnolo chi nasce da almeno un genitore di cittadinanza spagnola, anche se la nascita avviene all’estero. Sono previste forme limitate di ius soli: ad esempio, un bambino nato in Spagna da genitori stranieri può ottenere la cittadinanza se questi ultimi non trasmettono una propria nazionalità. Anche i minori abbandonati o apolidi nati sul territorio possono essere riconosciuti come cittadini.

La naturalizzazione ordinaria richiede dieci anni di residenza legale, ma questo termine si riduce drasticamente per alcune categorie: bastano due anni  per cittadini latinoamericani, portoghesi, andorrani, filippini ed equatoguineani; un solo anno per il coniuge di uno spagnolo o i figli di spagnoli.

Regno Unito: uno ius soli condizionato e pragmatico

Nel Regno Unito, il British Nationality Act stabilisce che nascere nel territorio britannico non basta, da solo, a ottenere la cittadinanza. Serve che almeno uno dei genitori sia cittadino britannico o abbia un permesso di soggiorno permanente.

L’acquisizione per nascita è, dunque, subordinata alla posizione legale dei genitori. I figli di cittadini europei residenti stabilmente o di stranieri con diritto di soggiorno permanente possono comunque acquisire la cittadinanza tramite una procedura semplificata di registrazione.

Esiste anche il percorso attraverso il matrimonio: chi sposa un cittadino britannico può richiedere la cittadinanza dopo tre anni di residenza legale nel Regno Unito, a condizione di soddisfare requisiti linguistici e di buona condotta.

Approcci diversi, identità diverse

Sebbene condividano valori democratici comuni, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito mostrano approcci profondamente diversi all’acquisizione della cittadinanza.La Francia punta su un modello inclusivo che riconosce il valore dell’integrazione graduale; la Germania valorizza fortemente l’appartenenza culturale e sociale; la Spagna mantiene salda l’importanza dei legami familiari e storici; il Regno Unito adotta criteri pratici, basati sullo status giuridico dei genitori e sulla permanenza.

Vuoi saperne di piu’ ? Scrivici..

    Il tuo nome (richiesto)

    La tua email (richiesto)

    Città e telefono

    Il tuo messaggio

    About the Author

    Avv. Angelo Massaro
    Avvocato esperto in problematiche dell'immigrazione e diritto di cittadinanza