Nozze combinate con migranti, indaga l’antiterrorismo
Una pratica ormai comune con tanto di tariffario, quella dei matrimoni combinati per ottenere la cittadinanza italiana. Il rischio è anche quello di infiltrazioni da parte di terroristi.
Si chiamano matrimoni di convenienza, ma spesso negli ultimi tempi servono sempre più per fare entrare in Italia uomini e donne che si rivolgono alle organizzazioni criminali per ottenere in maniera più facile la cittadinanza italiana, sfruttando la disperazione dei nostri poveri.
E ora sulla vicenda, come ha rivelato in anteprima l’ANSA, sta indagando anche la Divisione antiterrorismo della Questura di Roma.
Il meccanismo è piuttosto semplice: i criminali ingaggiano, offrendo cifre bassissime, disperati disposti a prestarsi per sposare la persona che vuole fare il suo ingresso da regolare in Italia.
Una volta combinato il matrimonio è sufficiente recarsi presso l’ambasciata italiana competente che una volta ricevuti i documenti necessari non può fare altro che approvare.
Come ha confessato uno degli uomini coinvolti nel traffico illegale, una pratica molto comune tanto che anche di recente è stato organizzato un viaggio per una decina di persone.
L’ultimo tassello è quello del matrimonio vero e proprio: alla persona che è stata ingaggiata viene pagato il viaggio verso il Paese straniero, spesso l’Egitto, dove viene celebrata la cerimonia che sancisce l’unione e una volta che il matrimonio viene registrato diventa tutto regolare.
Poi un paio di settimane dopo lo sposo ‘comprato’ se ne torna a casa e a distanza di qualche mese agli uffici competenti arriva la richiesta del permesso di soggiorno per motivi familiari e successivamente la richiesta di cittadinanza per matrimonio.
Ora però su tutto questo traffico indaga l’antiterrorismo anche perché pare che negli ultimi tempi si siano moltiplicate le richieste di nozze combinate da parte di personaggi che potrebbero rappresentare un reale pericolo per il nostro Paese, con la minaccia di attentati.
1. Il coniuge, straniero o apolide, di cittadino italiano può acquistare la cittadinanza italiana quando, dopo il matrimonio, risieda legalmente da almeno due anni nel territorio della Repubblica, oppure dopo tre anni dalla data del matrimonio se residente all’estero, qualora, al momento dell’adozione del decreto di concessione della cittadinanza, non sia intervenuto lo scioglimento, l’annullamento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio e non sussista la separazione personale dei coniugi. 2. I termini di cui al comma 1 sono ridotti della metà in presenza di figli nati o adottati dai coniugi.
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