‘Apolide’, nella terminologia giuridica, è colui che non ha alcuna cittadinanza. Detto in parole semplici, una persona è apolide se nessuno Stato lo riconosce come cittadino.
Apolidia originaria
Si può essere apolidi per origine, cioè quando non si è mai stati cittadini; in questo caso si parla di ‘apolidia originaria’ quando un soggetto non ha mai goduto dei dritti civili e politici in relazione ad uno Stato.
Si pensi, solo per fare un esempio attuale, ai Bedoun, una popolazione che vive in alcune zone della penisola araba. Questo popolo vive nel Kuwait da generazioni intere ma non ha alcun legame giuridico con questa nazione. Essi sono apolidi e come loro, i loro figli, acquisiscono apolidia originaria alla nascita per essere figli di apolidi.
Apolidia derivata
Apolidia derivata : questo avviene quando si diventa apolidi per una serie di ragioni, fra le quali ricordiamo l’annullamento della cittadinanza effettuata dallo stesso Stato (per esempio per motivi politici o di sicurezza) oppure la volontaria rinuncia alla cittadinanza da parte dei soggetti.
Anche la mancata registrazione delle nascite può causare questo fenomeno. Nel passato, era prevista anche una forma di apolidia come sanzione.
Questa situazione può derivare anche da alcune lacune nella disciplina di legge che assegna la cittadinanza. Si parla di apolidia derivata in generale quando un soggetto perde la sua cittadinanza, senza però acquisirne un’altra.
Considerazioni sul fenomeno dell’apolidia
È facile comprendere che l’apolidia non è un fenomeno da perseguire, anzi, tutti gli Stati più avanzati hanno sistemi giuridici per impedire che si possano verificare delle situazioni tali da portare all’apolidia.
Basti pensare che non è legittimo, ai sensi della legge internazionale, promuovere delle norme che permettano ai cittadini di rinunciare alla loro cittadinanza di origine, se contestualmente non ne assumono un’altra: e questo proprio per limitare al minimo il fenomeno dell’apolidia.
L’apolide non gode della protezione di alcuno Stato e questo può causare dei grossi problemi pratici; per questo la sua condizione è riconosciuta degna di protezione internazionale, e non a caso gli apolidi sono tutelati dall’UNHCR come dei rifugiati.
Sono state promulgate due convenzioni che riguardano questo fenomeno:
La Convenzione del 1954: si tratta di un testo che stabilisce un trattamento ‘minimo’ riconosciuto alle persone che non hanno alcuna cittadinanza.
La Convenzione del 1961, volta ad individuare gli strumenti per ridurre sempre di più l’apolidia e combattere la sua insorgenza.
Apolidi e cittadinanza italiana
Anche la legge italiana tutela gli apolidi: nel caso non sia possibile attribuire una cittadinanza ad un bambino nato in Italia, gli si attribuisce quella italiana.
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